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"... Si deve riconoscere a Fabio Scotto una notevolissima competenza tecnica, che lo porta a concertare nel respiro lungo ed elaborato di un volume davvero ricco di spunti, di temi, di intonazioni, a volta a volta la partitura del poemetto eponimo, 'La Grecia è morta', dove presente (anti)europeo e mito antico s'intrecciano in un gioco serratissimo di sovrapposizioni e giustapposizioni molto appassionante e attuale...; e l'ampiezza spontaneamente europea delle Tessere che compongono il Quaderno di Bruxelles, radice diaristica del libro, in perfetta sintonia con un'inclinazione profonda e antica della poesia di Scotto al 'qui e ora' di un'esperienza in atto. A un simile 'botta e risposta' d'inizio, si devono poi sommare la brevitas nient'affatto sentenziosa o esotica di haiku invece perfettamente necessari nell'alternanza di affanni sincopati e di silenzi, concepiti per di più come didascalie cinematografiche tutte funzionali al loro destino filmico e sospesi perciò fra acustica e visione; la tensione narrativa delle due intense prose 'Oltre, il muro' e 'Curvilinee', con la varietà prensile e sensibile di un punto di vista sempre in movimento, mai di sé soddisfatto; e i molti, diversi gradi di coinvolgimento amoroso cui danno vita i fitti dialoghi lirici 'io/tu' che animano i restanti capitoli del libro, nient'affatto petrarcheschi, né immobili o contemplativi, ma vibranti di un coinvolgimento integrale dei corpi e delle loro percezioni sensoriali..." (Dalla prefazione di A. Bertoni)